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La forza del gruppo: Il capitale relazionale


Nella letteratura manageriale troviamo una quantità enorme di "ricette" per la gestione dei gruppi. Molte delle indicazioni offerte sono molto valide, ma a volte di difficile applicazione. Questa difficoltà è strettamente connessa alla tecnica suggerita oppure ad errori concettuali propri di chi cerca di applicarla al gruppo?

La maggiore difficoltà consiste proprio nell'affrontare e superare le proprie barriere mentali, le proprie abitudini e i propri pregiudizi.

Studiando i gruppi di successo, ci si è resi conto del fatto che il livello di competenza o di intelligenza rilevato, non era molto diverso rispetto a quello fatto registrare dai gruppi meno performanti. Anzi in molti casi, proprio in questi ultimi venivano registrati liveli di Q.I. più elevati.

In cosa si differenziano quindi le due "tipologie"di gruppo?

Nella diversa capacità di sfruttare positivamente le caratteristiche personali di ogni componente. Nei gruppi di maggior successo infatti, gli individui sono in grado di relazionarsi tra loro in modo considerevolmente più efficace. La migliore connessione tra gli individui passa per alcuni "ingredienti" particolari:

  • Fiducia

  • Conoscenza reciproca

  • Reciprocità

  • Comunicazione

  • Condivisione

La possibilità di accettare e considerare attentamente il punto di vista di ogni singolo membro del gruppo genera lo sviluppo di competenza condivisa e soluzioni alternative.

Si tratta di una dote naturale? Certamente una "dotazione" personale può agevolare moltissimo, ma ognuno può apprendere i meccanismi alla base di ogni singolo ingrediente elencato e decidere di svilupparlo e applicarlo adeguatamente, al fine di aumentare la propria efficacia personale e quella del gruppo. Manager e collaboratori sono chiamati dunque ad impegnarsi quotidianamente su questi elementi, rafforzando la relazione tra le diverse parti.


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