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Se il senso di responsabilità non emergesse solo in casi estremi: l'azienda fallisce e i dipende

Riprendendo la notizia apparsa sul giornale di Brescia relativa alla vicenda della società di trasporti Almici di Vobarno, in fallimento viene sicuramente da esprimere il proprio plauso all'iniziativa dei nove dipendenti che hanno proposto di acquistare l'azienda per la quale hanno lavorato per tanti anni e che adesso vedono svanire il loro posto di lavoro.

La storia, in particolare quella italiana, è molto ricca di episodi encomiabili di fronte a situazioni negative estreme. Ma la riflessione immediata è: perchè arrivare all'estremo per produrre azioni virtuose, per applicare l'etica nel proprio quotidiano.

Forse è un pò nella natur umana, o più probabilmente è frutto di una cultura del lavoro che non è cresciuta di pari passo con l'industrializzazione.

Certamente oggi la situazione economico - sociale non è delle migliiori: grandi trasformazioni,

riduzioni dei volumi e dei guadagni, paradigmi produttivi e sociali completamente nuovi. In questo contesto sarebbe importante coltivare e applicare all'interno delle aziende e delle famiglie una coscienza del lavoro più etica, più responsabile e orientata alla costruzione di soluzioni e voalore puntando al bene collettivo oltre che a quello individuale. Sviluppare la propria competenza etica individuale significa profondere dedizione e responsabilità nel proprio lavoro anzichè pensare che il lavoro sia solo un diritto, dimenticando che, oltre ad essere un dovere ben preciso,

è un modo per esprimere il proprio valore per creare valore condiviso.


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